venerdì 16 gennaio 2015

"viaggiare non è un modo per sistemare se stessi se non siamo realmente pronti a farlo."

 "viaggiare non è un modo per sistemare se stessi se non siamo realmente pronti a farlo."


stavo curiosando nel gruppo facebook "Italian Exchange Students Stati Uniti 2014/2015" quando mi sono imbattuta in questa frase.
Mi sono fermata, l'ho riletta, e ci ho pensato su un attimo.
Poi ho aperto una nuova finestra su google chrome e ho digitato "blogger" perché nonostante io adesso debba studiare matematica ho sentito l'impulso di aggiornarvi.
Aggiornarvi su cosa poi? Ancora zero notizie riguardo l'application. Ma, a parte le faccende pratiche non credo di essermi soffermata parlando in questo blog su cosa lascerò qui, in Italia.
Io non lascerò nulla. Forse il mare, forse i miei libri. Ma non sono cose che esistono altrove?
Specialmente di recente ho sperimentato quanto io abbia sbagliato su tutta la linea a costruirmi delle amicizie, degli affetti qui. Ho questo strano impulso di, quando si incrina il vetro di una finestra, demolire tutto il palazzo. Mattone per mattone. Perché sono stata insicura, sono stata approssimativa, non ho davvero voluto bene a chi avrei dovuto e ho fatto troppo quando non mi era stato chiesto di farlo.
Ma a parte i libri e il mio mare, c'è una sola persona di cui mi interessa qui, e che ho paura lasciare.
Non sto qui a riempirvi di roba sdolcinata perché potrei seriamente sboccare, sto già diventando troppo sentimentale per i miei gusti con questo post, ma sento il bisogno di scriverlo.
Vorrei che chi, come me è sul punto di partire per sei, dieci mesi o quanti sono, si rendesse conto di cosa significhi.

Rileggete ciò che ho scritto, in alto.

Vi sentite realmente pronti a farlo?
Non è fuggire, è affrontare realmente chi siamo, capire realmente cosa ci circonda, continuare a sbattere contro vetri che sembrano mostrare un panorama incantevole.
Questo è per me. E' la mia opportunità di essere me, di conoscere i miei limiti, di superarli e di superarmi.
Di avere chiaro non solo il centro del quadro ma tutta la cornice e chi lo sta guardando.
Non è affatto andare a cercare il "party all day all night", non è una passeggiata. E' una presa di coscienza di chi vogliamo essere, di chi vogliamo diventare ed imparare ad esserlo, a diventarlo.
Sono così severa perché sempre recentemente ho letto delle cose scritte da exchange attualmente in un altro paese che mi hanno davvero fatto mettere in dubbio che loro abbiano compiuto una riflessione seria sul significato di quest'esperienza.
Molti si lamentano di cose così banali e non capisco cosa si aspettassero di trovare. Okay vi aspettavate di trovare il bidet in bagno ma abbiamo capito, basta, rassegnatevi, non si usa lì. E' così difficile farsi una doccia? E ovviamente si aspettavano una hostmum vincitrice di masterchef e che tirasse a lucido la loro camera senza dimenticare di scorrazzarli ovunque in giro per il paese. Ovviamente non parlo di tutti i ragazzi ma ho letto di un bel po' con pretese che mi sono sembrate folli. Pretese che io non ho neanche con la mia mamma italiana, per dire.
Per questo mi chiedo se chi è in procinto di fare quest'esperienza si sia almeno chiesto "ma magari troverò modi di fare differenti lì", e dopo essersi posto questa domanda che si ponga un'altra domanda "perché voglio farlo?" e la risposta non è quella che si da al colloquio di selezione ad un esaminatore annoiato, non è la risposta preparata che ormai profini a tutti quelli che te lo chiedono, è la tua risposta, che non hai bisogno di dire a nessuno perché sai che è valida.


Credo di aver già fatto intendere un pochino negli scorsi post e anche in questo il mio perché ma per essere coerente con me stessa lo scriverò qui a chiare lettere:


Dunque, Agnese, perché vuoi partire per 10 mesi e andare in un paese a te completamente sconosciuto, dove si parla lingua che non è neanche la tua, ad affrontare persone completamente sconosciute, condividere la casa e le abitudini di un numero ancora indefinito di sconosciuti potenzialmente psicopatici e una serie di altre faccende che seguono a tutto ciò elencato sopra?


Io non sono stata onesta con me stessa e neanche con gli altri, la vita che sto vivendo adesso è circondata da sbarre che mi sono costruita da sola e queste sbarre mi impediscono di vedere e di capire chi sono e cosa ho intenzione di fare con quello che sono.
Questo non è il mio posto, semplicemente. Le persone hanno un'idea così sbagliata di me anche conoscendomi, perché non sono stata sempre sincera e usavo nascondermi dal giudizio altrui.
Io voglio il mio posto dove essere audace e senza paure, voglio capire cosa sta succedendo, muovermi al passo con la mia mente e non avere paura di lasciare scappare ciò che desidero perché lotterò per ottenerlo. Imparerò a sistemare il vetro della finestra. Voglio me stessa, ho bisogno di me stessa assolutamente. E sento di poter trovare me stessa rannicchiata in un angolo dei miei limiti. Ma posso trovarla solo quando li avrò raggiunti.


Avrei scritto altro ma preferirei non dilungarmi perché sono le nove passate e devo ancora studiare per l'interrogazione di domani.
Ora mi sposto per un attimo sulle novità più easy, ho iniziato sherlock e sono strafelice. Cioè, sono già alla terza stagione in realtà ma okay. E ho scoperto una cosa che si chiama popcorn time che consiglio a chiunque segua serie tv o a chiunque piaccia guardare film o anche anime in streaming. E' un coso che scarichi da softonic e ha tipo ondemand di tutto di queste tre cose in lingua originale con i sottotitoli in varie lingue,anche italiano e si vede benissimo (che spiegazione scientifica). La prossima volta se avrò voglia vi manderò uno screen dal pc. Inoltre, mi sono rivolta a delle agazze che sono in Inghilterra ora, una a Brighton con sts tra l'altro e sono entrambe così entusiaste e si trovano benissimo, "la vita perfetta" mi ha detto una! Mi hanno reso davvero fiduciosa ed eccitatata!
Mentalmente preparo ogni giorno la valigia, e penso alle cose da portare e cose del genere, ho già comprato la giacca pesante approfittando dei saldi e progettando di mangiare ad ogni ora dal momento in cui lì si può mangiare anche in classe ahahah. Quando sono stata a Istanbul (un giorno forse caricherò le foto) ed ero sul pullman ascoltando Agnes Obel ho provato a sentirmi come se fosse il momento in cui stavo andando in Inghilterra per passarci dieci mesi. E' stato un misto adrenalinico di terrore e felicità, una scossa.


Vi lascio questa piccola canzone di cui mi sono innamorata recentemente e vi saluto calorosamente, spero di non essere stata troppo pesante con questo post--
"but the voyagers are those who never turn aside from their fatality.
Without knowing why, they venture forth into the unknow" 











P.S. Auguri di Natale, anno e tutto il resto. chiedo venia (?) 
P.P.S. Ho tagliato i capelli, mi sento così leggeraaa.